Abbandoniamo il 2018 e lasciamo entrare nelle nostre vite il 2019, sentendoci in fondo già un po’ in debito con lui per il carico di desideri e di aspettative che vi riponiamo.
Non è una coincidenza se la lunga lista dei buoni propositi si faccia proprio ora che siamo comodamente vicini, diremmo 4-5 fila centrale se fossimo al cinema, per poterlo osservare dalle varie angolazioni, ora che siamo costretti ad accettare quello che è stato e ad ascoltare con attenzione quello che sarà. Quel nuovo, quella discontinuità che provoca la sana irrequietezza che stimola in noi l’apertura al cambiamento.
Per il momento godiamoci questa prima confortante pausa, per stare insieme, arrenderci alla contraddittorietà, concederci del tempo, gustarci la famiglia e immergerci nella natura, magari in un bosco per respirare quanto basta di selvatichezza e di terpeni. E non preoccupatevi se la loro concentrazione in inverno è un po’ bassina, l’aria boschiva sarà comunque un toccasana per il nostro sistema immunitario e per il nostro umore.
E allora via alle “immersioni” che in questo periodo sono più discese innevate, ma va bene lo stesso, l’importante è dare sfogo al ragazzo/a selvatica nascosta in noi. C’ è solo l’imbarazzo della scelta ….
Tra le vette del Lagazuoi e della Tofana, a Col di Gallina, in una caban mobile che ruota a 360 gradi per regalarci la prospettiva migliore, protetti solo da pareti in vetro che riflettono i profili delle cime illuminate dalle stelle. Starlight Room.
In un parco alpino di 40 ettari, attorno ad un lago di 5.800 mq, ad Avelengo a pochi km da Merano, in chalet di legno o casette sugli alberi per recuperare un contatto primordiale con la natura. Hotel Saint Louis.
In un’antica residenza di caccia del ‘500 tra i boschi della Val Pusteria, con vista sulle Dolomiti, sui boschi e sul massiccio del Plan de Corones. San Lorenzo Mountain Lodge.
Questa breve discesa invernale nella SELVATICHEZZA, non solo vi mostrerà poteri che mai avreste pensato di possedere ma vi regalerà quelli che, l’etnologo e scrittore Marc Augè, chiama “momenti di felicità nonostante tutto”, ovvero quei momenti felici «che oppongono resistenza all’epoca presente, al terrore, all’invecchiamento, alla malattia; che consentono di tenere duro giorno dopo giorno, poiché ci sorprendono all’improvviso mentre siamo presi dall’ sgomento o immersi nella riflessione; e dei quali si avverte la necessità vitale non appena ci vengono a mancare».
E per chi non avesse la possibilità di immergersi nei boschi consigliamo una passeggiata, o meglio una flanerie, in un parco o in un orto botanico, alla ricerca di quell’appagante sensazione stehndaliana di benessere e pace interiore che solo l’armonia della natura può generare, labile ed effimera quanto la consapevolezza che davanti c’è sempre un nuovo inizio.
#laselvatichezzaci salverà