Spazio pubblico e spazio domestico. Colazione sull’erba 1972-1974 di Luigi Ghirri. Ritratti della presenza della natura nel paesaggio urbano nelle sue forme più varie. Una riflessione del rapporto tra il dentro e il fuori, tra ciò che si vede e ciò che si immagina.
In questa serie di fotografie ho cercato, assieme ad un ritratto esistenziale, una serie di rimandi al mondo naturale, alla casa e ai suoi abitanti odierni.
Se da un lato il rigore geometrico rimanda a deprivazioni sensoriali (come ad uno svuotamento del significato dell’oggetto in una ripetizione indifferente), purtuttavia il gesto decorativo della piantina o dell’albero testimonia di una cura o attenzione che sembrerebbero negarlo.
Questa serie non vuole tanto sottolineare un rimosso esistenziale quotidiano o segnalare una simbolica deprivazione della natura oggi, quanto far risaltare come anche questo sia un aspetto della realtà odierna in cui la lettura non va mai effettuata in maniera univoca, ma sempre all’interno di una costante ambiguità.
Il paesaggio assomiglia ad un attimo e dall’interno di questo attimo ci sono diversi tipi di percezioni che sono sensoriali (gli odori, il vento che ti passa sulla faccia, la luce, le parole che ascolti, i suoni che non ci sono) quindi all’interno della rappresentazione vi è sempre una forma di schematizzazione, una riduzione della complessità del sentire di un determinato mondo. Forse alla fine il paesaggio è proprio un luogo delle attenzioni infinite,in questo senso non riusciremo mai a collocare, a trovare, un punto definitivo per determinare un ambiente, non è definibile e da una specie di circolarità anche della visione che non finisce mai.