Finanziato con fondi SIE Regione Lazio
La città ti appare come un tutto in cui nessun desiderio va perduto e di cui tu fai parte, e poiché essa gode tutto quello che tu non godi, a lei non resta che abitare questo desiderio. Italo Calvino, Le città invisibili
Il Festival del Verde e del Paesaggio – Parco Pensile – Auditorium Parco della Musica – Roma
Il primo festival italiano di verde da città nasce a Roma
Il Festival del Verde e del Paesaggio nasce nel 2010 su una grande e inaspettata terrazza – quella dell’Auditorium Parco della Musica – in una altrettanto grande e inaspettata città, Roma, capitale manifesta dell’arte e della storia, e capitale ancora celata del verde e del paesaggio.
Il comune agricolo più grande d’Europa e e la città più verde d’Europa.
Dalle tante anime e infinite possibilità, orizzontale, di acqua e di terra, sdraiata, piattaforma ideale per dei voli fantastici, come la definiva Fellini.
È il primo festival italiano di verde (e paesaggio) da città, perché vivere in una metropoli non significa vivere lontano dalla Natura.
Non sono forse stati propri i giardini il nucleo originario del tessuto urbano? E le piante il motivo della nostra “civilizzazione”?
Il Festival che parla di Natura come alleata della nostra vivibilità sul pianeta
Chi sceglie di trascorrere in città la sua esistenza, scava, semina e coltiva dove può.
In casa o su davanzali, balconi, terrazzi, cortili, aiuole, marciapiedi o piazze, ovunque ci sia luce, acqua, spazio libero.
Con la consapevolezza (acquisita o istintiva) che è proprio quello spazio verde domestico a fare ogni giorno paesaggio, che sia casa o città.
È un terrazzo da condividere con gli amici e la famiglia.
Un angolo verde in casa tutto per noi.
Il cibo coltivato da soli.
Un mazzo di fiori che rallegra la casa.
Piante che rigenerano.
Libri che ispirano.
Oggetti che raccontano storie, perché in questa epoca così instabile e confusa le storie impediscono le frane.
Il Festival che parla di paesaggio quale condizione della nostra vita
Il Festival mette in luce un significato di paesaggio quale risultato di ciò che facciamo degli spazi che abitiamo, di come li concepiamo, costruiamo, arrediamo e creiamo nella nostra mente.
Paesaggio quale condizione stessa della nostra vivibilità nei luoghi e sul pianeta.
Ernesto De Martino ha detto che solo chi ha un villaggio nella memoria può avere una esperienza cosmopolita.
L’invito allora che il Festival rivolge a tutti i suoi visitatori, è di imparare ad avere radici forti e profonde nel luogo in cui viviamo perché saranno proprio quelle radici a permetterci di guardare il mondo e concepire il futuro.
Si fa paesaggio ogni giorno, creando (e amando) il luogo in cui siamo immersi, di cui siamo fatti, che ci plasma e che plasmiamo.
Quella memoria su cui costruire il presente e il futuro, da trasformare con gesti quotidiani mentre viviamo la nostra vita.
Il Festival che parla di stile di vita sostenibile
Il Festival osserva i comportamenti di un moderno modo di vivere urbano.
Cosa significa stile di vita sostenibile? consumare in modo etico? vivere in armonia con la natura tra fuori e dentro?
E invita a riflettere su come dare senso a ciò che facciamo, all’etica quanto all’estetica e su quanto sia importante riconoscere le nostre responsabilità verso il mondo naturale.
La sostenibilità sarà al centro della vita negli anni a venire. Una pelle da indossare e un rivestimento con cui coprire e decorare la casa, certi sempre più che ciò che ci circonda, ci influenza.
Come finalmente racconta anche la scienza con uno studio della Stanford University che dimostra come l’ambiente, più della genetica, gioca un ruolo chiave nel determinare lo stato del nostro sistema immunitario.
Questo luogo che sembra il giardino sul tetto di una casa, promuove e sostiene chi si impegna a rendere gioioso il virtuoso.
E accoglie la sostenibilità quale strumento per misurare il nostro modo di stare al mondo.