Ogni anno il Festival porta il suo pubblico alla scoperta di luoghi speciali dal marcato spirito verde che incarnano l’idea di città felice e propongono uno stile di vita sostenibile ed esperienze di visita pensate per connettersi con la natura.
La città felice del Festival 2023 è Camogli, borgo marinaro del Golfo del Paradiso dalle origini antichissime (risale all’anno 1000).
Immersa nella natura, l’antica città dei mille bianchi velieri – nell’800 con i suoi 700 velieri fu una delle maggiori potenze marittime mondiali – è riuscita nel tempo a tirar fuori la sua anima più moderna e contemporanea senza rinunciare al suo passato e accetta la sfida di un abitare più sostenibile.
A dimostrarlo è oltre al grande patrimonio storico, la sua
- bandiera lilla, riconoscimento conferito ai Comuni che migliorano l’accoglienza dei turisti con disabilità visive, auditive, motorie e con patologie alimentari
- bandiera blu, riconoscimento dell’Unione europea alle migliori spiagge e approdi turistici che hanno mostrato attenzione verso l’ambiente
- adesione al progetto LIFEorchids e la nomina di custode di orchidee selvatiche con il ripristino delle praterie e la reintroduzione delle orchidee in aree selezionate all’interno del Parco di Portofino
- area Marina Protetta di Portofino e il Parco Naturale di Portofino
Camogli sembra aver così conquistato un posto tra le mete di un turismo sostenibile, un bisogno sentito da un numero sempre maggiore di persone.
Lo confermano i risultati di una indagine effettuata a febbraio 2022 in 32 Paesi del Mondo fra cui l’Italia, dal portale di viaggi booking.com, secondo i quali il 93% dei viaggiatori italiani (81% a livello globale) considera importante il turismo sostenibile anche a seguito dei recenti studi sul cambiamento climatico influenza la scelta di viaggio verso una maggiore sostenibilità.
Il talk: “Camogli, la città felice. La ricetta del “preboggion”: passeggiata tra piante spontanee ed erbe selvatiche commestibili”
Si srotola lungo un itinerario immaginario di piante spontanee ed erbe selvatiche commestibili il talk che racconta lo spirito verde di Camogli.
Un viaggio alla scoperta delle tradizionali erbe del preboggion, «un misto di erbe di campo ove entrano anche rosolacci ancora non vegetativi, oltre a varietà d’insalate selvatiche», come riportato nel dizionarietto genovese-italiano allegato alla Cuciniera genovese del 1963.
Una mescolanza di erbe raccolte nei campi, che nella Riviera di Levante vanno dal tarassaco, alla borragine, mentre a Genova sono bietole e foglie giovani di cavolo cappuccio, integrate da altre erbe miste occasionalmente disponibili ed eventualmente da riso o pasta.
Ma anche un’esplorazione del patrimonio ambientale del Parco di Portofino caratterizzato da piante mediterranee, con presenza di specie sempreverdi adattate a condizioni di elevate temperature e ridotta piovosità.
Un paesaggio-giardino mediterraneo che con le sue tante formazioni – dalla gariga alla macchia mediterranea dalla vegetazione di costa e riparia dal castagneto alla pineta, alla lecceta, al bosco mesofilo – può essere di ispirazione per un futuro sempre più dominato dal cambiamento climatico.
A raccontare Camogli ci sarà
- Elisabetta Anversa, vice Sindaco, che accompagnerà il pubblico in una visita speciale della sua città tra sostenibilità, natura, antiche tradizioni, piante e cibo
- Alberto Girani, divulgatore ambientale, direttore per quasi 20 anni del Parco di Portofino, autore di diversi libri tra cui Arbusti e altre piante del promontorio di Portofino edito da Ultima Spiaggia
- Giorgia Losi, Matteo Rebora, Simone Vesuviano, la brigata della Trattoria dell’Acciughetta, portatrice di una cucina prettamente di pesce, funky e contemporanea, basata su quello che amano definire “il flusso del fresco” in modalità espressa.
Gli appuntamenti di Camogli al Festival 2023
Camogli, all’interno del suo spazio, mette in scena altri due appuntamenti che raccontano le tradizioni di un antico borgo marinaro diventato negli ultimi anni buen ritiro di molti creativi e intellettuali, come il maestro indiscusso della fotografia italiana, Gianni Berengo Gardin che trascorre molto tempo nel suo giardino ligure tra alberi da frutto e bellissimi ulivi.
Così tra una lezione di cucina e una di colore, Camogli si racconta come meta verde di vacanze sostenibili e divertenti, perfetta per chi è in cerca di esperienze a contatto con la natura mosse dal desiderio profondo di staccare la spina per recuperare il benessere fisico e mentale. Esperienze di viaggio immersive, in rifugi tranquilli dove fare una pausa dai ritmi frenetici delle città, senza però rinunciare alla connessione o ad attività all’aria aperta per socializzare e fare nuove conoscenze.
Qual è la ricetta del pesto perfetto?
Venerdì 31 marzo 12.00
È il tema della lezione di cucina di Fiorella Conca, proprietaria dello storico pastificio la cui storia risale al 1923. Oggi Pasta Fresca Fiorella, fa della stagionalità, dei prodotti freschi di giornata, degli ingredienti di prima qualità, delle antiche tecniche e tradizioni come la pasta tirata a mano su lunghe madie, la sua filosofia.
A lezione dal maestro di colori
Venerdì 31 marzo ore 16.00
«Profezia sul colore. Tutto sarà coloratissimo» scriveva Gio Ponti sottolineando l’importanza del colore nell’abitare moderno e lasciando intendere quanto questo fosse rilevante nel dare nuova vita all’architettura.
Sono i verdi, i rosa, i gialli, i celesti e le tante tinte pastello a disegnare il profilo di Camogli, a camuffare con persiane, porte, finestre solo dipinte, le tante modifiche architettoniche e a rendere tanto speciale il paesaggio di questo antico borgo marinaro.
Come si decorano le facciate?
È il tema della lezione sul colore di Massimo Lavarello, uno dei pochi maestri decoratori rimasti in Liguria.
Camogli, “Custode di orchidee selvatiche”
Domenica 2 aprile ore 14.30
Le orchidee sono piante straordinarie: vivono in comunità e si sostengono a vicenda, perché per sopravvivere entrano in simbiosi con specifici funghi microscopici indispensabili in natura per la germinazione dei semi.
Creano un loro ecosistema, alimentando la biodiversità.
Sono tante e diverse tra loro.
Alcune arrivano dai luoghi più remoti, crescono ad altezze vertiginose, altre hanno duecento anni, altre ancora sono fatte solo di radici bianche.
E poi ci sono le orchidee italiane, circa 230 tra specie e sottospecie, forse meno appariscenti delle amiche tropicali, ma altrettanto affascinanti e bisognose di tutela.
Ed è questa la missione di LIFEorchids, progetto di Natura 2000, una rete di aree protette che tutela le specie e gli habitat europei più preziosi e a rischio.
LIFEorchids cerca quindi di contrastare il declino delle orchidee spontanee (non coltivate) tipiche di praterie ad alta biodiversità, attraverso la creazione di vivai naturali che funzionino da micro riserva.
Il Comune di Camogli ha aderito lo scorso aprile al progetto LIFEorchids ed è diventato “Custode di orchidee spontanee” impegnandosi direttamente nella conservazione dei suoli e nella garanzia della biodiversità.
Giovanna Garrone dell’Università degli Studi di Torino ci accompagna alla scoperta di queste geofite da proteggere.