Il Festival del Verde e del Paesaggio rinnova il suo impegno sul tema della forestazione urbana con la partecipazione a “Fao Park – Biblioteca mondiale degli alberi e dei fiori” progetto nato dalla collaborazione tra Comune di Roma e Fao (Food and agricolture organization of the United Nations).
Duecento tra alberi e arbusti provenienti da tutto il mondo andranno a creare nella storica Villa Pamphili, il primo bosco in città rappresentativo dei sette continenti del mondo, Europa, Asia, America meridionale e America settentrionale, Africa, Antartide e Oceania.
«Nelle nostre 12 edizioni di Festival – dichiara Gaia Zadra ideatrice del Festival – abbiamo invitato paesaggisti e artisti, italiani ed internazionali, a riflettere attraverso incontri e installazioni sul bisogno che l’uomo ha di Natura.
Un Bosco per Roma – suggestivo intervento paesaggistico di cento alberi che si snodava da Viale de Coubertin alla Cavea – evidenziava già nel 2017 l’urgenza di occuparsi del verde nei grandi centri urbani, sottolineandone benefici sociali, ambientali ed estetici.
Con Fao Park riprendiamo il filo verde del bosco in città per stimolare una riflessione sulle città del prossimo futuro ed educare alla biodiversità per la vita sul nostro pianeta».
Percorsi educativi e conoscitivi
La prima piantumazione di questo straordinario giardino di tre ettari – progettato insieme allo Studio Osa – avverrà in autunno.
Le piante sono state selezionate congiuntamente dall’ufficio alberature del servizio giardini e dal dipartimento forestazione della FAO che ne curerà la fornitura mentre sarà il Dipartimento ambiente del comune che si occuperà della loro messa a dimora e della cura.
Gli Stati membri della FAO avranno l’opportunità di contribuire con proposte aggiuntive, promuovendo un approccio collaborativo al progetto.
Il Fao Park includerà percorsi educativi e conoscitivi, immersi nel verde, concepiti in modo specifico per scuole e famiglie con l’obiettivo di responsabilizzare i giovani ad agire e sensibilizzarli sui valori della sostenibilità, inclusione, cooperazione internazionale, innovazione e sicurezza alimentare.
«Un bellissimo progetto svolto grazie alla condivisione e alla sinergia con la soprintendenza speciale di Roma e quella capitolina che arriva a Roma in un momento in cui la nostra città si trova di fronte a sfide importanti sul piano internazionale, dalle grandi opportunità che ci offrono la candidatura ad ospitare l’Expo 2030 e il Giubileo, due occasioni storiche che pongono Roma come Capitale del dialogo e dell’inclusione» ha commentato Sabrina Alfonsi, Assessora all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti.
L’importanza degli alberi
Gli alberi sono tra gli esseri viventi più antichi del pianeta.
La prima foresta conosciuta risale a 385 milioni di anni fa e il mondo vegetale costituisce l’82,5% della biomassa terrestre.
In confronto gli esseri umani hanno solo 300.000 anni e rappresentano solo lo 0,01% di questa massa organica. Le scoperte scientifiche degli ultimi decenni ci permettono di guardare al regno vegetale e agli alberi in modo nuovo.
Esseri dotati di
- capacità sensoriali
- attitudine alla comunicazione
- simbiosi con le altre specie
- potere di influenzare il clima
- un’ intelligenza vegetale che potrebbe contenere le risposte alle sfide più importati del nostro secolo.
Le città del futuro
Il fenomeno di urbanesimo che stiamo vivendo non ha precedenti.
Abbiamo progettato e costruito città senza confini da cui abbiamo espulso la natura pur sapendo che luoghi così sono difficili da comprendere e quindi difficili da vivere. Riportare la natura nella città diviene quindi una questione fondamentale.
Non si tratta di tornare indietro a ciò che le città e i territori intorno ad esse erano un tempo, significa cambiare il nostro pensiero e recuperare un rapporto tra città e natura più equilibrato e umano, percorrendo strade nuove da studiare e da sperimentare caso per caso.
Le città sono i luoghi del futuro.
Nei prossimi trent’anni ospiteranno il 70% degli esseri viventi e produrranno da sole la maggioranza del Pil globale.
Dovranno evolversi per rispondere alle tante sfide che le aspettano.
La natura nella città porta ricchezza in tutte le sue forme e per tutti. Questa consapevolezza deve essere fatta propria da chi pianifica e progetta.
Abbiamo bisogno di percorsi radicalmente diversi che portino a realizzare una nuova infrastruttura strategica come lo sono gli ospedali, le scuole, le strade.
Una infrastruttura verde come percorso disponibile per affrontare con coraggio tematiche come quelle della bellezza, della coesione sociale, del benessere, dell’economia e dello sviluppo, del climate change. Una risposta attiva capace di determinare miglioramenti e non solo di ridurre gli impatti negativi delle attività umane. Un progetto multidisciplinare ricco di saperi, di discipline, di culture che ha al centro l’uomo e la sua vita.
10 funzioni degli alberi
Sono tante le funzioni che gli alberi assolvono.
Favoriscono la biodiversità
Gli alberi di foreste, giardini urbani e periurbani producono cibo per gli esseri viventi e danno riparo a una grande quantità di insetti, mammiferi, uccelli, aumentando la varietà delle forme di vita. Sono veri e propri ecosistemi naturali in cui può svilupparsi un’ alta biodiversità animale e vegetale.
Proteggono dall’inquinamento acustico
Gli alberi potrebbero essere usati come “silenziatori” naturali per limitare l’impatto del rumore del traffico nelle città. Le cortecce delle conifere per esempio, assorbono il suono leggermente meglio di quelle degli alberi a foglia larga, risultando dunque perfette negli spazi verdi urbani.
Puliscono l’aria
È la fotosintesi – meccanismo naturale che permette l’assorbimento dell anidride e il rilascio di ossigeno – a rendere gli alberi veri filtri naturali per l’aria inquinata delle grandi città. Foglie, tronco e ramificazioni permettono all’albero di trattenere una grande quantità di particolato atmosferico e gas inquinanti mentre gli stomi presenti sulla pagina inferiore della foglia consentono lo scambio gassoso fra l’interno e l’esterno della pianta.
Purificano le acque
Gli alberi hanno la capacità di purificare le acque attraverso le radici, “impianti naturali” di filtraggio e depurazione. Con il processo della fitodepurazione migliorano i suoli intercettando composti organici ma anche idrocarburi e metalli pesanti.
Nutrono il suolo
Gli alberi dei boschi cedono al terreno una parte degli zuccheri che producono nelle foglie attraverso la fotosintesi. Così facendo nutrono gli organismi del suolo e a loro volta beneficiano di questi ultimi: per esempio, l’enorme rete di funghi in simbiosi con le radici (micorriza) aiuta ad assorbire più acqua e sostanze nutritive che non con le sole radici.
Aumentano l’area ombreggiata e riducono la temperatura della superficie di palazzi nelle giornate calda e assolate di tarda estate
Gli alberi agiscono come refrigeratori naturali nell’ambiente edificato, alleviando l’effetto isola di calore e diminuendo il consumo di energia per una migliore mitigazione del cambiamento climatico. Ciò è fondamentale in estate, quando le superfici ombreggiate possono essere più fresche di 11-25°C rispetto a quelle non ombreggiate e l’evapotraspirazione può abbassare le temperature di picco di 5-10°C.
Riducono il consumo di aria condizionata e limitare il consumo di energia necessaria al riscaldamento
Combattere l’effetto isola di calore può ridurre la domanda di raffreddamento: con la capacità di migliorare il microclima nelle città, un singolo albero entro cinque anni dalla semina può portare a un risparmio energetico del 3% per una famiglia e del 12% entro 15 anni.
Ci regalano l’acqua
Le foreste sono intrinsecamente legate all’acqua: i bacini idrografici forestali forniscono il 75% delle nostre risorse di acqua dolce accessibili. Risorse forestali che risorse idriche sono rilevanti per il raggiungimento di tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.
I bacini idrografici boscosi forniscono acqua di alta qualità al 90% delle più grandi città del mondo. Nonostante l’importanza delle foreste per l’acqua, solo il 25% delle foreste mondiali è gestito con la conservazione del suolo e dell’acqua come obiettivo gestionale. Lo sviluppo sostenibile dipende dal nesso foresta-acqua.
Aspirano anidride carbonica
Gli alberi possono immagazzinare anidride carbonica per una crescita immediata e a lungo termine. A seconda del tipo e dell’età, un singolo albero può immagazzinare da 1 a 22 tonnellate di CO2 nel corso della sua vita (un tipico veicolo passeggeri rilascia circa 50 tonnellate di CO2 in 10 anni.) Gli alberi che catturano e immagazzinano CO2 contribuiscono alle emissioni negative e rimuovono i due terzi di tutte le emissioni umane nell’atmosfera.
Quando un albero viene tagliato, la CO2 immagazzinata viene rilasciata nell’ambiente, aumentando la quantità totale di CO2 e incidendo negativamente sulla qualità dell’aria.
Migliorano il benessere piscofisico
«Esiste soltanto una virtù terapeutica ed è quella della natura» diceva Schopenauer.
La natura offre gioia spontanea e aiuta le persone a rilassarsi. Un passeggiata tra gli alberi cura l’ipertensione arteriosa, l’insonnia, le malattie respiratorie, dello stress, il rafforzamento del sistema immunitario. Il Bagno nella foresta, pratica nata in Giappone e diffusa in tutto il mondo, invita a trarre giovamento dall’atmosfera della foresta.