Dall’epoca della famosa colata lavica dei castelli che ha creato il corso del Tevere e dell’Aniene, la città di Roma si è sempre trasformata. Come il suo fiume che ha assunto confini diversi nella storia, accolto attività, società e culture che si sono evolute nei secoli, ma tali trasformazioni possono essere più lente e impercettibili o assumere improvvise accelerazioni evolutive come quelle che stiamo vivendo in questi ultimi anni. Da 10 anni a Roma è rinata l’attenzione verso il suo fiume e i cittadini romani se ne stanno riappropriando considerando sempre più le aree golenali come spazi pubblici di incontro, relax e gioco e ne parleremo, ricostruendo la storia di questi ultimi anni. Ma non basta: sicuramente dobbiamo mirare ad una maggior connessione fisica ed ecologica fra le diverse parti del fiume e i diversi parchi e soprattutto dobbiamo ripensare a migliorare la qualità dell’acqua del fiume.
Tutti sappiamo che il Tevere era balneabile fino agli anni cinquanta, ora non lo è più a causa degli scarichi abusivi e legali sul Tevere e nei suoi principali affluenti (Aniene e Almone in primis), ma anche per il depauperamento della flora ripariale. Chiusi gli sversamenti inquinanti nel fiume le grandi capacità performative delle piante ripariali, infatti, potrebbero migliorare nel tempo la qualità dell’acqua del Tevere, ma Parigi con la sua Senna insegna che tale processo non è proprio così facile. Potrebbe essere un’operazione complessa, per la quale potrebbe non bastare il miliardo e mezzo, senza troppi risultati, speso a Parigi. Una opportunità che non possiamo perdere è la Nature restoration law approvata il 17 giugno.
Giorni e orariSabato 12 ore 15.00ConM. Cristina Tullio e Angiolo MartinelliContributoGratuitoPer iscriversi Prenotazioni e informazioni desk Scuola del Verde