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Grasse mania: tutti pazzi per le piante grasse | Sabato 5 aprile 2025 ore 14.00 | Gaetano Buzzi / vivaio Il Pungivendolo
Cosa piantare in tempi così caldi e secchi?
Le piante grasse al di là dI mode e tendenze, rimangono ancora l’ingrediente base per la composizione di meravigliosi esterni mediterranei.
Sono un universo intrigante, vastissimo, multiforme e multicolore.
Native di ambienti aridi o semidesertici, sono diffuse in diverse parti del mondo. Si possono trovare nelle foreste tropicali del Brasile, in Sudamerica, nel Mediterraneo e nelle Ande. E in Africa, Australia e in alcune regioni asiatiche.
Amano il sole, richiedono poca manutenzione. Si sono adattate in modo perfetto a sopravvivere anche negli ambienti più ostili alle altre forme di vita. Forse per questo non temono concorrenza.
La storia
Le piante grasse sono avvolte nel mistero, non sono stati rinvenuti fossili, quindi non si sa quando sono apparse sulla Terra. Non si conosce con precisione neppure il loro numero e ogni anno si scoprano nuovi esemplari.
Certo è che nel 500 a.C. coniarono il termine kaktos per indicare piante con spine che si scoprirono essere una specie di cardo. Tra racconti e leggende, arrivarono in Europa nel 1500. Conquistatori e missionari al rientro dai loro viaggi nel Nuovo Mondo, riferivano di cerimonie propiziatorie delle popolazioni locali con piante a loro sconosciute. Fu Linneo a classificarle nel 1700. Usò nomi in latino e greco. Raggruppò tutte le Cactacee. Fino a quel momento, erano conosciute con il termine generico cactus.
Gli usi
Oggi le succulente sono famose per la loro bellezza. Ma le tribù del Nuovo Mondo usavano il succo dell’ Opuntia megacantha.
Questo succo oleoso serviva per fare candele. Dalle piante a sviluppo colonnare, quando con il tempo diventavano legnose, veniva rimossa la parte interna per ricavarne contenitori, steccati, spazzole per capelli, mobili o ceste. Presso alcune tribù le spine venivano utilizzate come ami nella pesca.
I principi attivi di molte succulente erano perfetti per riti propiziatori o per la cura di alcune malattie (il peyote) e ancora oggi si usano in fitoterapia (Aloe arborescente).
Alcuni specie di agave sono alla base di liquori famosi come il mezcal o la tequila.
In Africa dai semi di baobab si otteneva l’olio da cucina. Dai frutti del saguaro, marmellate e sciroppi, uno special vino a bassa gradazione alcolica usata per le cerimonie di propiziazione della pioggia. Con i suoi semi essiccati e macinati, invece, si produce una farina per minestre e torte.
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