La filosofia di un brand provocatorio

Tredici  anni fa abbiamo deciso che Roma, come già molte capitali internazionali, avesse diritto al suo Festival di Paesaggio . Scegliemmo il giardino pensile dell’ Auditorium solleticati dalla voglia di rivisitarlo ed essere in qualche modo i co-creatori di una nuova scrittura di quello spazio.

Il pubblico rispose in massa, con curiosità e partecipazione, sensibilità e presenza civile. E così nel 2010, Roma ci dimostrò, contro ogni previsione, una grande attesa inespressa, di tutto quello che il giardino in ogni epoca avesse anticipato e sperimentato. Una visione che univa la consapevolezza di diverse tradizioni e di visioni di futuro.

Intuimmo presto che il progetto aveva colto nel profondo le corde delle persone. Il paesaggio era un porto franco di rigenerazione di forme e idee per l’architettura e l’urbanistica. Il giardino, una possibile risposta ai temi della contemporaneità. Il verde, il diritto alla vita degli ambienti naturali minacciati.

Nei tredici anni abbiamo fissato punti cardinali di esplorazione, diversi ed originali . Diversi piani narrativi, sapienza artigiana, cultura scientifica, progettazione ambientale. In punta di piedi abbiamo messo in scena una riflessione molto ambiziosa e come spesso succede, piccoli atti se consapevoli possono evocare grandi questioni.

Un evento, esperienza pioniera e libera, nel tempo si è trasformato in una delle forme più inattese: un marchio. E oggi il Festival del Verde e del Paesaggio ha un nuovo compito provocatorio. Restituire la condizione di attuale incertezza del nostro habitat e la determinata volontà di reazione.

Edizione dopo edizione continuiamo a creare spazi grandi e piccoli di libera sperimentazione.

E a parlare a chi vive in città e ama la natura. A chi trova gioia e ispirazione nella vita all’aria aperta. Cerca la connessione tra viventi. Crede nelle pratiche di tutela e conservazione degli ecosistemi e nella scelta di un consumo responsabile.
A chi crede nell’ outdoor quale espressione di libertà, avventura, rigenerazione, responsabilità verso il Pianeta e tutti gli esseri viventi.

Continuiamo ad abbracciare la filosofia del “giardino planetario” di Gilles Clément e a

  • incoraggiare a prenderci cura di casa, città e Pianeta.
  • insegnare il giardinaggio ecologico con la consapevolezza che siamo sempre più un pianeta «naturalmente urbano»
  • scegliere come primo passo piante prodotte in modo consapevole e con un ridotto impatto ambientale
  • creare giardini sostenibili
  • ritrovare una connessione con la natura
  • educare l’immaginazione dei bambini all’ecologia attraverso giochi e cacce al tesoro, teatro, letture e laboratori di educazione ambientale
  • riflettere sui temi del nostro presente (cambiamento climatico, biodiversità e forestazione urbana)
  • trovare soluzioni concrete per città più verdi anche attraverso pratiche di cittadinanza attiva
  • contribuire a costruire i riferimenti culturali per un nuovo Antropocene.

A rispondere alla stessa domanda: «Come possiamo vivere vite felici in città sempre più grandi, complicate ed inquinate?»

Continuiamo a

  • raccogliere le sfide dei tempi, spesso rinunciando a ciò che altri avrebbero accettato perchè di più facile realizzazione.
  • parlare di spazi verdi e benessere fisico e mentale
  • a dialogare con paesaggisti, garden designer, vivaisti e giardinieri, architetti e urbanisti, botanici, sociologi, filosofi e antropologi, economisti, scrittori e intellettuali, istituzioni e politici
  • comprendere tutti insieme, come anelli di una sola catena, cosa sia possibile fare per vivere in modo più sostenibile e attento al pianeta.

Ma soprattutto continuiamo a credere che il giardino sia in ogni epoca non solo un luogo di sperimentazione di ogni sorta di conoscenze e tecniche, valori simbolici e rappresentativi, ma anche luogo di anticipazione di forme-idee destinate a influenzare fortemente l’evoluzione dell’abitare e della città.

La nostra storia


Gaia Zadra, fondatrice del Festival del Verde e del Paesaggio, scopre quasi per caso, agli inizi del 2000, una curiosa, affascinante, vivace e colta comunità che, mossa dalla passione per le piante, si da appuntamento in primavera e in autunno.

Inizia così il suo lungo viaggio tra piccoli e grandi raduni botanici italiani ed internazionali, in cerca di produttori che coltivano e producono in modo sostenibile e responsabile. Paesaggisti, architetti, garden designer e giardinieri che riflettono su come vivere connessi alla natura. Artigiani, designer, piccole e grandi aziende che creano e producono arredi e complementi per un abitare urbano.

Dopo anni di esplorazioni, nasce forte il desiderio di organizzare un’occasione per ritrovarsi, informarsi, ascoltare e vedere cose nuove.

Un appuntamento straordinario ma al tempo stesso complicato. Non è ancora arrivato il momento in cui si parli molto di piante, giardini e paesaggio, e dell’importanza che hanno nelle nostre vite quotidiane. O dell’apporto indispensabile al nostro benessere fisico e psichico. O dei giardini storici come testimoni e custodi della biodiversità e della nostra identità culturale. E ancora dell’agricoltura urbana, dei boschi in città, del cambiamento climatico.

2011


Nasce così il Festival del Verde e del Paesaggio, il primo evento italiano dedicato al paesaggio e al giardinaggio in città.
Una sfida bellissima e impegnativa, condivisa con tre indispensabili compagni di viaggio: Marilina De Mita, Alessandro Bertolini, Ciriaco Campus.
Negli anni successivi, il Festival cresce e si trasforma in manifesto e comunità.
Si moltiplicano gli appuntamenti, i progetti e le collaborazioni. Siamo davanti ad un vero e proprio brand che insegna alla comunità outdoor urbana come ritrovare una relazione autentica e speciale con la natura attraverso il giardino e il fare giardinaggio. Sono bastate poche stagioni per vedere la città appassionarsi alla cultura del verde.

2015


Nasce la Scuola del Verde, progetto formativo con l’obiettivo di avvicinare le persone al giardinaggio ecologico e naturale e stimolarle nella comprensione della relazione tra essere umano e natura. Dal 2020 collabora con il Dipartimento di Biologia Ambientale del Museo Orto Botanico di Roma, proponendo un interessante calendario di corsi adatto a chi muove i primi passi o a chi vuole consolidare le proprie competenze e conoscenze verdi.

2017


È l’anno di un Un bosco per Roma, installazione senza precedenti a Roma. Una vera e propria foresta di 120 alberi autoctoni, arbusti e praterie, un percorso sensoriale che inizia su Viale de Coubertin, sede dell’Auditorium Parco della Musica, e si snoda fino al cuore della Cavea di Renzo Piano. Un progetto che fonde la dimensione architettonica, artificiale e cittadina con quella naturale, per richiamare l’attenzione sul ruolo chiave che giocano gli alberi negli spazi urbani.

2021


Il Festival presenta BiodiverCity, intervento di arte pubblica di oltre 1000 mq creata dall’ artista Ciriaco Campus, che per quattro mesi occupa l’area pedonale dell’Auditorium Parco della Musica e che coniuga arte, natura e architettura. Una città giardino in cui perdersi, che interrompe la prospettiva vuota dell’asfalto dell’area pedonale e la trasforma in un luogo d’incontro, di passaggio, di interazione, di sosta e di condivisione.

2022


Prende le mosse Slowplants, progetto di comunicazione dedicato alla promozione e sensibilizzazione del vivaismo sostenibile e Slow Plants market, il mercato delle piante prodotte in modo consapevole.

Il Festival è partner dell’Hanami all’Orto Botanico di Roma, evento dedicato alla fioritura dei ciliegi nel giardino giapponese e alla connessione con la natura. Un fine settimana tra mostre, incontri sulla cultura giapponese, visite guidate, cerimonia del tè, mostre di Ikebana, Bonsai, Suiseki e Kusamono, laboratori, teatro e giochi per i più piccoli.

2023


Prendono vita:

Bambini Botanici,  progetto di outdoor education. Un nuovo portentoso evento – avventura comincia al Museo Orto Botanico di Roma, tra fate, draghi e misteriose creature che vivono con gli esseri umani fin dall’antichità. Due giorni ricchi di attività per stimolare nei più piccoli il rapporto con la natura e la voglia di scoperta ed esplorazione del misterioso mondo naturale.

Fao Park – Biblioteca mondiale degli alberi e dei fiori. Il Festival rinnova il suo impegno sul tema della forestazione urbana e firma con OSA, studio di architettura e paesaggio di Roma, il progetto di un bosco planetario, insieme a Fao (Food and Agricolture Organization of the United Nations) e Comune di Roma.