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Il tuo nome in scrittura shodō
Pillole di cultura giapponese
Lo shodō all’Orto Botanico
Vuoi sapere come si scrive il tuo nome in giapponese? o una parola che evoca un sentimento, un’emozione? Le Maestre calligrafe dell’Associazione Tondo Rosso – scuola di lingua e cultura giapponese a Roma e online da più di 15 anni – ti mostreranno la scrittura shodō.
Il termine giapponese è spesso tradotto come “il modo della scrittura artistica o della bella scrittura” o come “l’arte della calligrafia tradizionale giapponese”. Ma è molto più di questo. La pratica dello Shodo non è la semplice pratica dello scrivere qualcosa a mano in modo elegante e raffinato affinchè ogni parola sia unica e piacevole alla vista. Racchiude una profonda esplorazione dell’espressione artistica radicata nella cultura giapponese. È una vera e propria arte.
Il termine shodō 書道 significa “via della scrittura”, dove 書sho indica “la scrittura” e il carattere 道 dō è tradotto come “via, percorso”. Sottolinea la pratica di un’arte che richiede un impegno costante e che assume le caratteristiche di un “percorso”. Tale via conduce il praticante, tramite un perfezionamento tecnico, soprattutto ad un affinamento interiore. L’artista crea un’opera d’arte con un pennello di bambù, inchiostro e carta, dove egli trasferisce armonia e bellezza. Quindi, non si tratta solo di bella calligrafia, ma anche di tracciare dei tratti traferendo in essi la forza dell’artista e del suo spirito.
Lo shodō nella cultura giapponese
Lo shodō ebbe origine in Cina e sviluppò tutte le sue forme base entro la fine della dinastia Han nel 220 d.C. Fu poi introdotto in Giappone durante il VI secolo d.C. Si dice che lo shodo abbia guadagnato popolarità quando il buddismo fu introdotto in Giappone dalla Cina e i caratteri cinesi furono usati per copiare i mantra buddisti.Questa trascrizione di caratteri, nota come shakyō, era considerata una forma di meditazione e la pratica portò alla diffusione della calligrafia all’epoca.Nel profondo, la filosofia dello shodō trae ispirazione dal buddismo zen, sottolineando il ruolo fondamentale della consapevolezza e della concentrazione. Queste qualità essenziali sono fondamentali per la pratica della calligrafia e risuonano profondamente nel regno della meditazione.Durante il periodo Edo, gli insegnamenti del Bushido, o la via del guerriero, ponevano la stessa enfasi sullo shodō e sulla letteratura come sulla guerra e sulle tattiche. Si credeva anche che lo shodō fosse un’espressione diretta della vera natura dello scrittore, in altre parole, i personaggi e lo scrittore diventavano una cosa sola.Lo shodō svolge un ruolo molto importante in Giappone, dove i suoi caratteri sono considerati dotati di una sorta di potere spirituale. In Giappone, la pratica di scrivere caratteri con pennello e inchiostro è parte integrante da secoli. Originariamente considerata essenziale per comprendere la letteratura classica e le credenze buddiste, si è evoluta in un mezzo per sviluppare la disciplina mentale.Oggi, molti praticanti vedono lo shodō come un’attività terapeutica e meditativa, che offre un modo per rilassarsi e raggiungere la concentrazione manipolando un semplice pennello di bambù. Ogni carattere diventa un’espressione unica, plasmata da aggiustamenti di pressione, angolazione del pennello, velocità del tratto e flusso di inchiostro. L’arte si estende oltre la trasmissione del significato attraverso il linguaggio; incapsula l’emozione e riflette lo spirito dello scrittore, creando un’armoniosa miscela di estetica giapponese e arte linguistica.
