Al motto “La casa felice” i Talks del Festival 2023 dedicati all’ Abitare, toccano temi importanti
- il rapporto uomo-natura e i suoi elementi
- la biofilia, bisogno umano di affiliarsi al vivente
- l’ essere natura
- il giardino, concetto germinale di abitare
- la relazione tra specie
- il dualismo natura/cultura
- la casa, organismo elastico aperto verso l’esterno
- l’ecologia
- come portare la natura in casa e creare un flusso continuo tra esterno e interno.
I grandi contenuti dei nostri tempi, insomma.
Il domani sembra essere il pensiero che anima le diverse sezioni e offre nei tanti spazi proposti dal Festival – installazioni, giardini, corsi di giardinaggio, workshop creativi, vivai, arredi e complementi per il giardino, laboratori per bambini e talk, – spunti e idee green per una nuova quotidianità.
I talks sulla casa felice
Come è fatta dunque una casa felice? La domanda trova dunque riposta nei 3 incontri dedicati all’abitare con la natura e incentrati sul concetto di giardino come casa, luogo in continuità con essa, spazio della cura e delle relazioni che può stimolare esplorazioni virtuose per ritrovarsi e apprendere un nuovo vivere urbano più felice e in contatto con i nostri bisogni.
A cogliere la sfida Annalisa Metta, Andrea Steider, Bianca Rinaldi, Matteo Foschi, Dylan Tripp e Maury Dattilo.
La casa giardino e il giardino casa
Annalisa Metta – professoressa associata in Architettura del paesaggio – Università degli Studi Roma Tre
Andrea Staid – docente di antropologia culturale e visuale presso Naba di Milano
Introduce e modera Bianca Maria Rinaldi – professoressa associata in Architettura del paesaggio presso il Politecnico di Torino
Per milioni di anni abbiamo vissuto a contatto con il fuori finché pochi secoli di urbanizzazione e civiltà industriale ci hanno abituato ad una vita diversa.
Abbiamo dimenticato velocemente che le nostre radici sono cresciute tra praterie, cieli azzurri e orizzonti aperti e che il nostro rapporto con la natura è il risultato di un lunghissimo processo evolutivo.
Oggi che finalmente tutto questo ci sembra molto chiaro, siamo alla ricerca di una rinnovata connessione con la natura e di un nuovo modo di abitare e pensare la nostra casa, perché, come diceva Heidegger, nell’ abitare risiede l’essere dell’uomo.
Siamo nati negli spazi esterni, ci piace vivere all’aperto e lì vogliamo tornare. In giardino, prima forma di stanzialità umana, generatrice di un principio di radicamento che è insieme vegetale e umano, biologico e simbolico.
È quindi impossibile separare l’idea di giardino dal concetto di abitare, individuale e collettivo, di fissare una dimora. Stabilire le condizioni affinchè un luogo si faccia casa, diventi domestico.
Tra casa e giardino vi è un legame profondo: qualsiasi forma un giardino possa assumere, esso è sempre un luogo dell’affetto, della cura, di abitudini, di presenza e presidio (non a caso, abitudine e abitare, habitus e habitat hanno la medesima origine lessicale).
Pensare al giardino come casa significa inoltre pensarlo come luogo da cui partire e a cui fare ritorno, in un andirivieni oscillante tra dentro e fuori, qui e altrove, vicino e lontano.
Pensare alla casa come giardino vuol dire immaginare una casa viva, uno spazio che ha che fare con l’organico.
Un “abitare ecologicamente”, aperto verso l’esterno, focalizzato sul rapporto tra il costruito e l’ambiente naturale che lo circonda inteso come insieme di relazioni e vite interconnesse.
Un abitare sostenibile che faccia dell’ecologia non solo un’attitudine ma una postura esistenziale da vivere non come privazione ma come una leggera e felice liberazione.
La casa giardino: progettare spazi esterni per vivere felici
Matteo Foschi – garden designer di Odd Garden
con Maury Dattilo – giornalista, paesaggista e giardiniere
La continua ricerca di come vivere meglio ci porta sempre lì, tra le piante e i viventi che hanno accompagnato la nostra evoluzione, dimostrando quanto sia forte il bisogno di connessione con la natura e di un abitare più verde.
Dopo esserci avventurati per decenni tra spazi chiusi, oggi sogniamo un giardino casa, un luogo in cui l’ esterno penetra negli interni abitandoli con luce, piante, materiali naturali, arte e creatività. Per poi uscire di nuovo all’aperto con terrazze, balconi o grandi finestre che come cornici inquadrano il paesaggio urbano.
Gli spazi esterni diventano cosi i protagonisti di questa novelle vague dell’abitare urbano perché chi sceglie la città scava dove può e coltiva ovunque, con la consapevolezza che per essere felici bisogna colorare la casa (e la vita) di tante sfumature di verde.
Come si progetta un giardino casa?
Lo racconta un garden designer, appassionato di botanica, da sempre legato alla musica e all’arte urbana, che dopo aver passato la sua prima vita sul campo di rugby, ha trasformato una grande passione per le scienze naturali in un lavoro, sempre su un campo, ma questa volta fiorito.
La casa giardino: come i fiori possono arredare gli interni
Dylan Tripp – floral designer
con Maury Dattilo – giornalista, paesaggista e giardiniere
Una casa giardino è abitata da fiori perché stimolano il rapporto uomo – natura e invitano ad essere più felici.
Sempre più studi dimostrano che la presenza di fiori freschi – che si tratti di un mazzo di narcisi su un tavolo o della vista di un fioriture selvatiche – migliora notevolmente il buonumore, la creatività e riduce lo stress.
Hanno insomma un ruolo fondamentale nel disegnare il paesaggio domestico: rappresentano quell’esperienza diretta di natura che rende una casa, “biofilica”, un luogo cioè in cui sentire la connessione emotiva con il mondo naturale e i suoi abitanti.
Così oggi i fiori si riprendono la scena e rubano il ruolo da protagonista alle piante da appartamento.
Dai vicini spazi esterni si insinuano su pareti, pavimenti, tavoli, decorazioni, conquistano finalmente gli interni per creare un flusso continuo di dentro e fuori, seducendo con profumi e colori audaci, gli abitanti delle città sempre più affascinati dal green power.
Come accogliere dunque i fiori nei nostri interni? Risponde un floral designer che crea vere e proprie sculture organiche, volumi che inserendosi in uno spazio, gli donano la vita.
Gli ospiti dei Talks
Annalisa Metta
Professoressa associata in Architettura del paesaggio presso l’Università degli Studi Roma Tre.
Nel 2007 è tra le partner fondatrici dello studio di progettazione OSA architettura e paesaggio, con cui ha firmato numerosi progetti premiati e pubblicati.
Ha svolto attività di ricerca in Italia e all’estero e, nel 2016-2017, ha vinto l’Italian Fellowship presso l’American Academy di Roma.
Già membro del programma di ricerca “Living Urban Scape”, dal 2018 è membro del Consiglio Direttivo della Società Scientifica Italiana di Architettura del Paesaggio (IASLA) e membro dell’Istituto Nazionale di Architettura (INARCH).
Co-curatrice dei volumi Coltiviamo il nostro giardino (DeriveApprodi, 2019) e Wild & The City: landscape architecture for lush urbanism (Libria, 2020), nel 2022 ha pubblicato per DeriveApprodi Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride.
Andrea Staid
Docente di Antropologia culturale e visuale presso la Naba, di antropologia culturale presso Università degli studi di Genova, Phd alla Universidad de Granada.
Dirige per Meltemi la collana Biblioteca/Antropologia.
Tra le sue ultime pubblicazioni: I dannati della metropoli (Milieu 2014), Contro la gerarchia e il dominio (Meltemi 2018), Disintegrati (Nottetempo 2020), La casa vivente (ADD 2021), Essere natura (UTET 2022)
I suoi libri sono tradotti in Grecia, Germania, Spagna, Cina, Portogallo, Cile.
Collabora con diverse testate giornalistiche tra le quali Il Tascabile, Left, La Ricerca.
Bianca Maria Rinaldi
Professoressa associata in Architettura del paesaggio presso il Politecnico di Torino e membro dell’editorial board della rivista JoLA-Journal of Landscape Architecture.
Ha svolto attività didattica in Italia e all’estero e la sua attività di ricerca è stata supportata da Dumbarton Oaks Research Library and Collection, Trustees for Harvard University, e dalla Alexander Von Humboldt Foundation. È autrice di numerose pubblicazioni sulla cultura del paesaggio.
Tra le più recenti, le curatele: Urban Landscape in High-Density Cities: Parks, Streetscapes, Ecosystems (Brikhäuser 2019), Italie. Viaggio nelle trasformazioni paesaggistiche del Bel Paese (Il Mulino 2020) e Nature in città: Biodiversità e progetto di paesaggio in Italia (Il Mulino 2021). Per la sua monografia The Chinese Garden-Garden Types for Contemporary Landscape Architecture (Brikhäuser 2011) ha ricevuto il J.B. Jackson Prize dalla Foundation for Landscape Studies di New York.
Matteo Foschi
Garden designer milanese, fonda lo studio di progettazione del verde Odd Garden nel 2013.
Da sempre appassionato di botanica e landscaping unisce queste due passioni al suo background artistico e culturale fortemente influenzato dal mondo della street art, dell’architettura e della fotografia trovando la giusta combinazione che apre le porte del giardinaggio ad una visione che si allontana dalla classica concezione del gardening con una scelta particolare degli elementi verdi e con l’inserimento di elementi artistici all’interno delle installazioni.
Oltre a giardini e terrazze milanesi ha progettato e realizzato installazioni per diversi brand legati al mondo del fashion, dell’arte e del design tra cui Uniqlo, Jil Sander, Adidas, N21, Macsiotti e il New York Times e collaborato con artisti di fama internazionale come l’australiana Linda Tegg e l’artista Edoardo Tresoldi.
Dylan Tripp
Inizia la sua carriera nella moda, lavorando come fashion designer per diversi uffici stile, come Valentino e Fendi.
Parallelamente al suo lavoro nella moda, Dylan sviluppa la sua passione per la natura ed il mondo floreale che dal 2012 diventa la sua unica strada. Con un occhio speciale per forma, colore e movimento, Dylan dà vita a piccoli mondi botanici che riflettono uno stile dove spontaneità, eleganza e poesia si incontrano, creando un’estetica floreale contemporanea.
Questa sua visione del mondo, lo porta a lavorare per eventi in Italia e all’estero e per importanti brands, soprattutto legati alla moda, design e architettura, che richiedono le sue composizioni per eventi, set design, campagne pubblicitarie o riviste.
Maury Dattilo
Nasce a Roma, realizza per la Rai i primi programmi radiofonici dedicati a giardini e giardinieri tra cui: “Storie di Desiderio”, “Paradiso in Terra”, “Folli Giardinieri” “Tutto Rose e Fiori”, “Oltre La Vita” e “Insospettabili Giardinieri” le storie dei più imprevedibili giardinieri italiani. La passione per i giardini e un master in Paesaggismo alla New York School of Design and Landscape, lo hanno portato a viaggiare molto, a conoscere grandi esperti di botanica e paesaggismo. Dal 1998 progetta e crea giardini in tutta Italia con una particolare passione per i giardini mediterranei e siccitosi. Scrive di giardini e paesaggio per parecchi periodici e attraverso conferenze e seminari divulga la cultura del paesaggio e le storie di giardinaggio. “Folli Giardinieri: storie d’amore e di verde” (Pendragon Ed.) è stato il suo primo libro.