Cecil Konijnendijk – Professore di Silvicultura Urbana presso The University of British Columbia a Vancouver in Canada – ha creato una formula per garantire quello che dovrebbe essere considerato un diritto umano riconosciuto dall’Onu: il diritto alla natura.
Una regola di pianificazione urbanistica pratica e semplice da monitorare:
TUTTI dovrebbero
- poter vedere 3 alberi dalla propria casa
- vivere in un quartiere con almeno il 30 % di copertura arborea (o vegetazione)
- trovarsi a non più di 300 metri dallo spazio verde più vicino che consente molteplici attività ricreative.
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3 alberi da ogni casa
Questa la prima regola.
Ogni cittadino dovrebbe poter vedere almeno 3 alberi (di dimensioni adeguate) dalla propria abitazione per aumentare il livello di benessere e salute mentale .
Una regola che ha già trovato applicazione nella città di Frederiksberg, comune danese dotato di una precisa politica degli alberi secondo la quale:
– da qualsiasi casa si deve vedere almeno un albero
– ogni anno si valuta lo stato di salute di tutti gli alberi comunali
– gli alberi di età superiore ai 25 anni vanno tutelati
– si garantisce la biodiversità con al massimo il 15% di alberi della stessa specie per creare un paesaggio urbano variegato e proteggere gli alberi da malattie e infestazioni parassitarie
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30% di copertura arborea in ogni quartiere
Un’adeguata copertura forestale urbana contribuisce a mitigare la temperatura, migliorare il microclima, la salute mentale e fisica delle persone, l’inquinamento atmosferico e acustico.
Creare quartieri più verdeggianti incoraggia le persone a trascorrere più tempo all’aperto e ad interagire con le altre persone, promuovendo la salute sociale.
E se non fosse possibile riforestare, la regola stabilisce di sostituire la copertura arborea con quella vegetale.
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A 300 metri dal parco o spazio verde più vicino
Diversi studi hanno evidenziato l’importanza della vicinanza e del facile accesso a spazi verdi di alta qualità .
Secondo l’Oms lo spazio verde dovrebbe trovarsi ad una distanza minima dall’abitazione di 300 metri e massima di 1 ettaro.
E nelle aree suburbane? Molto dipende anche dalla densità abitativa.
Nel caso in cui non fosse possibile fornire spazi verdi urbani qualitativamente elevati, si potranno creare spazi verdi lineari che funzioneranno anche da corridoi ciclabili e percorsi pedonali.
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Basta una formula per garantire il diritto alla natura?
Se leggiamo il report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) “Chi beneficia della natura nelle città? “, ci rendiamo conto che il contatto con la natura purtroppo rimane ancora un lusso, un privilegio di pochi.
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“Chi beneficia della natura nelle città?
La situazione dell’accesso agli spazi verdi e blu urbani in tutta Europa è caratterizzata ancora da forti disuguaglianze socio economiche e demografiche.
In generale le città del nord e dell’ovest hanno più spazio verde totale rispetto a quelle dell’Europa meridionale e orientale:
- Cáceres in Spagna con 95,8%, ha la più alta percentuale di spazio verde totale
- Trnava in Slovacchia ha solo il 6,8% di spazio verde totale
Eppure, sebbene l’ Organizzazione mondiale della Sanità raccomandi di risiedere entro 300 metri dallo spazio verde, solo meno della metà della popolazione urbana europea ha questa opportunità.
- a Stoccolma più dell’ 80% della popolazione ha un parco pubblico a pochi passi da casa
- a Heraklion, in Grecia, meno del 20% gode di tale accesso
Simili raccomandazioni variano a livello nazionale e locale in tutta Europa e sono rare le linee guida sull’accesso da parte di gruppi vulnerabili e svantaggiati.
All’interno delle città, poi, il grado di aree verdi varia tra i quartieri.
In tutta Europa, nei quartieri urbani a basso reddito, lo spazio verde si riduce notevolemente con differenze spesso dovute al mercato immobiliare.
Secondo gli ultimi dati disponibili del 2018, le infrastrutture verdi e blu – orti, giardini privati, parchi, alberi stradali, acqua e zone umide – rappresentano in media solo il 42% dell’area urbana in 38 paesi membri dello Spazio economico europeo.
3-30-300. Una formula non può garantire il diritto (universale) alla Natura ma è un punto da cui iniziare a progettare il futuro delle città.
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Che cosa possiamo fare?
Attivarsi.
Come già fanno le tante associazioni di quartiere o la giovane inglese Ellen Miles che con la sua associazione, campagna e libro “Nature is a Human Right” si batte per democratizzare il contatto con la Natura.