Piccola guida per vacanze senza stagione e senza tempo tra i paesaggi marini della costa orientale della Sicilia.
Spiagge soffici, dune selvagge, sabbia bianca e finissima, chilometri di riserva abitata da aironi cenerini, garzette, sterne e gabbiani reali, un mare dalle tante anime e sfumature. Benvenuti in questo limbo di terra bagnato da due mari dove inselvatichirsi è cosa buona e giusta.
Quelle da provare (vivere) assolutamente? QUESTE.
Avventura nella storia. #1 Riserva di Vendicari. Con le sue spiagge, le antiche rovine, le postazioni di birdwatching, e il mare trasparente e con quell’atmosfera da inizio del mondo, la riserva rapisce il cuore e lo spirito più inquieto e tormentato.
Se siete appassionati di esplorazioni archeologiche, zaino in spalla alla scoperta della necropoli bizantina, della Trigona, e della vecchia Tonnara.
La Cittadella è un villaggio bizantino del VI secolo d.C. utilizzato per secoli da Fenici e Greci nei loro scambi commerciali. Un percorso in terra battuta accompagna chi si avvicina a questo luogo che trasuda storia, tra i ruderi di antichi negozi, abitazioni in pietra e di catacombe della vecchia necropoli.
La Trigona – detta anche cuba dalla parola latina cupa (botte) o dall’arabo Kubba (fossa, deposito) – è una cappella bizantina a croce greca con pianta quadrata con tre absidi di cui una con una grande apertura ad oriente per permettere alla luce della luna di piena di entrare e dare così inizio, come tradizione all’inizio della pasqua.
E poi c’è lei, la Tonnara con la Torre Sveva fondata per volere di Pietro D’Aragona con lo scopo di custodire e difendere i magazzini in cui erano stoccate le derrate alimentari destinate al commercio, perché si presume che questa zona fin dall’epoca tarda antica, fosse il centro portuale per le comunità rurali.
La Tonnara di Vendicari, detta Bafutu cioè del Capo Bojuto, era una tonnara di ritorno che pescava tonni e sgombri al ritorno in mare aperto dopo la stagione degli amori. Due le parti in cui era divisa: Pedale, la parete di reti staccata dalla costa che si estendeva per 3 km e fino a 70 metri di profondità, il cui scopo era interrompere il corso dei tonni e convogliarli verso l’Isola, ovvero la camera di cattura, un edificio sottomarino di reti lungo fino a 400 metri e largo circa 50 m dotato di porte, all’altezza delle quali sostavano le muciare le barche di guardia che spingevano i tonni da una camera all’altra fino alla camera di cattura, dove il Rais dava inizio alla mattanza. Ancora oggi tra i resti delle abitazioni del rais e dei tonnaroti, tra i magazzini e le alte ciminiere, risuonano lontane le preghiere, i canti, le invocazioni ai santi e le cialome, gli antichi canti di lavoro arabi che accompagnavano i movimenti dei pescatori, prima lenti quasi litanici, poi selvaggi, richiami antichi di millenni.
Avventure di mare. Se siete alla ricerca di fondali pazzeschi, di una natura ruvida ma accogliente, di spiagge bianche e scogli a strapiombo su un mare celeste ipomea, questo è l’itinerario giusto per voi.
#2 Riserva di Vendicari.
La Spiaggia di Eloro. Una stretta stradina in terra battuta conduce il cercatore di bellezze in una lunga distesa di sabbia chiara finissima bagnata da un’acqua cristallina e circondata da pantani e macchia mediterranea. Siamo nella parte più a nord della riserva, vicino ai lidi di Noto e alla foce del fiume Tellaro. Se decidete di andare avanti, troverete la Spiaggia di Marianelli. Qui il paesaggio cambia. Mandorli e limoni, il mare verde ciano e le dune sabbiose disegnano un paradiso selvatico che invita a lasciar andare preoccupazioni e pensieri. Nella spiaggia do iancu, i più coraggiosi potranno spogliarsi di tutto (compreso il costume) per vivere da moderni Adami ed Eve. Lasciate Marianelli alle vostre spalle e proseguite per Calamosche, detta Funnì Musca, una caletta sabbiosa dalla bellezza struggente, nascosta tra due promontori rocciosi che la riparano dalle correnti e rendono quella lingua di mare sempre calma e cristallina. Il silenzio si dilata, la testa si svuota e il cuore si riempie. Siete pronti per affrontare le ultime due spiagge. Vendicari, una lunga distesa sabbiosa in cui l’occhio si perde in cerca di quel punto in cui tutto mare e cielo si toccano e si mischiano in un grande monocromo blu. E San Lorenzo con la sua sabbia fine e bianca, le acque di un verde- turchese che ricorda il colore tenue dell’uovo del pettirosso.
#3 Isola delle Correnti.
La selvatichezza di questo luogo ricorda a tutti noi che le cose di cui abbiamo davvero bisogno per vivere sono poche. Si tratta solo di cercare l’essenzialità, spogliarci del superfluo per raggiungere la libertà. La sabbia leggera e impalpabile, il mare verde rame che ha visto veleggiare Ulisse, le piccole dune gialle oro che accolgono tra le loro morbide pieghe gli affascinanti gigli di mare – pancratium maritimum che affiorano in questo periodo per poi scomparire quasi nel nulla nella stagione sfavorevole, perdendo tutto ciò che l’occhio vede (fusto e foglie) – hanno il potere di lasciare senza fiato e senza parole e di avvolgere chi si sente pronto, in una dimensione onirica dove è facile perdersi. Su questa piccola isola, ultimo avamposto europeo, dove il mar Ionio incontra il mar Mediterraneo e le correnti decidono quando stabilire il contatto con la terraferma, labile è il confine tra sogno e veglia, tra mare e terra, tra Italia e Africa. Quando il sole si immerge nelle acque marine, scomparendo lentamente dietro il vecchio faro e la grande fortezza di epoca spagnola – che accolse Ulisse al ritorno da Troia, San Paolo nel suo viaggio di ritorno da Malta ma cedette nel 1526 sotto le spade del temibile corsaro ottomano Dragut – lo spirito si distende e la felicità sembra vicina.
E se ancora non siamo riusciti a convincervi, l’aperitivo di Cabana&Nabana, il primo lido aperto in questo paradiso marino, bellezze, scioglierà il cuore. Birra artigianale o cedrata Polara e il bruschettone dello zio pino, pomodorini pachino (ovviamente), tonno, origano e olive … un concentrato di poesia estiva da gustare su un’amaca che guarda a sud. Isola delle Correnti entra nel sangue.
Scrive Cesare Brandi:«Per chi un viaggio in Sicilia non ha rappresentato un premio, o quasi un compimento di un voto? L’uomo non ha cessato, neanche nei tempi storici, di favoleggiare sulla Sicilia, che è la terra stessa del mito: qualsiasi seme vi cada, invece della pianta che se ne aspetta, diviene un favola, nasce una favola.»