Fare giardinaggio non vuol dire solo coltivare delle piante ma prendersi cura anche di tutto il resto: suolo, insetti, uccelli, mammiferi, rettili. Coltivare in armonia con la natura, perchè riguarda il modo in cui si sceglie di essere su questo mondo.

È da questo assunto che prende le mosse Slowplants, un nuovo progetto che parte dal Festival del Verde e del Paesaggio di Roma, nato con l’intento di promuovere una coltivazione sostenibile e sensibilizzare ad un consumo consapevole di piante – soprattutto di quelle in vaso – perché  tutti possiamo (e dobbiamo) fare la nostra parte … con piccoli gesti si fanno grandi rivoluzioni!

In giardino, i nostri desideri si intrecciano con le necessità di tutti gli esseri che lo abitano, a noi spetta il compito di trovare l’equilibrio tra i nostri gesti e i loro bisogni. Fare scelte sostenibili implica comprendere l’importanza della natura e il rapporto tra uomo e ambiente.

Il vivaismo e lo sviluppo sostenibile

Non tutti sanno o immaginano che anche le piante, a seconda della loro provenienza e coltivazione, possono accumulare un’impronta di carbonio significativa.

Il vivaismo può essere quindi a tutti gli effetti un’attività agricola intensiva con problematiche ambientali importanti:

  • inquinamento delle falde acquifere per l’abbondante uso di diserbanti
  • perdita di suolo fertile (sia nella coltivazione in piena terra per la commercializzazione delle piante con la zolla, che in quella in vaso con la copertura della superficie con teli anti-alga che compromettono la fruibilità biologica dl terreno)
  • abbattimento della biodiversità naturale
  • utilizzo di materiali a elevato impatto ambientale come la plastica dei vasi e la torba,
  • grande produzione di rifiuti e scarti, organici e inorganici.

Come sostiene Francesco Ferrini, professore ordinario di “Arboricoltura generale e coltivazioni arboree” dell’Università di Firenze, fra i massimi esperti di arboricoltura urbana e dal 2021 presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia :

«Il vivaista deve essere sempre più consapevole che quando vende una pianta, vende una medicina, biologica, a impatto zero che non fa bene solamente al corpo ma anche allo spirito.
Non vende un semplice prodotto ma molto di più, cioè tutta una serie di benefici diretti e indiretti per la vita dell’uomo, che contano di più del mero valore estetico della pianta.
Vende qualcosa che assorbe CO2, che intercetta le polveri sottili, che riduce l’inquinamento, che fa ombra e quindi mitiga gli effetti del cambiamento climatico».

Il 68% degli italiani, cioè 7 su 10, acquista piante per abbellire le proprie case e giardini o coltivare frutta e ortaggi da portare in tavola.

Il dato è confermato anche da un sondaggio della Scuola del Verde, che mostra quanto in questi ultimi anni sia radicalmente cambiato il rapporto delle persone con gli spazi esterni.

Se in passato la loro cura era un’attività legata alla bella stagione, ora è diventata una vera e propria attitudine (per Gfk Sinottica il 39% degli italiani gli dedica del tempo).

Il 52% degli intervistati ha infatti dichiarato di occuparsene tutto l’anno, il 31,6% da marzo in poi e solo il 15,8% quando ha tempo.

La crescente richiesta di case con balconi, giardini o terrazze, e l’aumentare della passione per il giardinaggio dimostra l’importanza di un acquisto consapevole, quanto più possibile lontano dalle logiche di un “fast gardening”.

Slowplants, il movimento del vivaismo sostenibile

 

Da queste considerazioni prende ispirazione Slowplants, il nuovo progetto firmato dal Festival del Verde e del Paesaggio, nato con l’intento di promuovere chi coltiva e produce in modo sostenibile e sensibilizzare chi acquista.

Cosa si può fare nel concreto?

Acquistare in modo consapevole

Acquistare direttamente da un produttore/coltivatore attento, è sicuramente il primo atto rivoluzionario per favorire un vivaismo sostenibile.

Nel caso in cui ci rivolgessimo al garden vicino casa, è importante accertarsi della provenienza della pianta e di come è stata coltivata.

Un sondaggio della Scuola del Verde mostra come ci sia ancora gran confusione sulla parola “vivaio”, utilizzata dall’ 80,6% degli intervistati, indifferentemente, per indicare sia il garden sotto casa che il produttore.

Solo il 3,2% dichiara di sapere e acquistare il più possibile dal produttore.

Praticare lo slow gardening

Abbracciare un “giardinaggio lento” è il passo successivo.

Quando abbiamo un giardino vorremmo vederlo subito nel pieno della sua fioritura, con piante già grandi e rigogliose. Ma questo va scapito dell’ambiente.

Scegliere di seminare o coltivare piante giovani sarà il nostro piccolo atto rivoluzionario.

Coltivare un ecosistema

Progettare giardini resilienti, capaci di affrontare le sfide del futuro, dovrebbe essere l’impegno di ciascuno di noi. Questo passa anche dallo scegliere piante “affidabili e giuste” più che rispondenti ad uno stereotipo estetico.

Slowplants

  • crede in un’industria vivaistica che rispetti l’ambiente e gli esseri viventi che lo abitano
  • dà voce ai vivaisti che fanno scelte sostenibile e ai consumatori che adottano uno stile di vita sostenibile
  • informa e sensibilizza, attraverso progetti, eventi, indagini e contenuti stimolanti, su un vivaismo sostenibile.

Chi condivide la nostra visione, può unirsi a noi. Bastano piccole accortezze per fare grandi rivoluzioni”.

 

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